DURELLA, VITIGNO AUTOCTONO – INTEGRO DALLE SVARIATE RIFERMENTAZIONI IN BOTTIGLIA
A sfatare certe convinzioni, come ad esempio che i tannini si trovino maggiormente nelle bucce delle uve nere, lo fa l’assaggio dell’uva Durella. In origine chiamata Duracina, dal latino durus acinus, proprio per la sua
buccia spessa e ricca di tannini.
Vitigno autoctono dei Monti Lessini la Durella è un’uva molto rustica a maturazione tardiva, quasi indomabile nello sviluppo, tanto da essere chiamata CAGNINA e RABIOSA.
Il cuore della produzione di vino Durello tra i monti Lessini si trova nella Val D’Alpone, territorio patrimonio dell’Unesco.
Di origine vulcanica e per questo ricco di fossili e basalto, il terreno vanta una gran quantità di minerali che trasmettono al vino le sue peculiari caratteristiche in mineralità, salinità pungente e acidità fissa che lo contraddistinguono.
Uva all’inizio utilizzata soprattutto per spumanti a Metodo Martinotti, ad oggi, gode di proposte in primis di metodo classico,
dai 24 fino ai 120 mesi sui lieviti, fino a versioni di bianco fermo, macerati, ed anche sur lie.
CANTINA DEL CUORE
Tra le diverse aziende storiche del territorio oggi vi parliamo della cantina Menti nata alla fine dell’800 e oggi diretta da Stefano, fortemente incline al biodinamico, che produce con fermentazioni spontanee e stabilizzazioni naturali diversi vini a base di uva garganega, ma anche un suo metodo classico fermentato e rifermentato con lieviti indigeni a base di durella per un 97 % e una piccola percentuale di garganega per il 3% che utilizza per fare ripartire la fermentazione.
INTO THE WINE
OMO MORTO DOSAGGIO ZERO questo l’originale nome del vino, che troverete in Gourmetteria, che ha origine dal nome del vigneto: OMOMORTO.
Nome che deriva da un fatto accaduto nel passato, in quel terreno fu trovato uno scheletro di una persona morta, motivo per il quale quella zona, fu riconosciuta e nominata OMOMORTO, così da fare scegliere questo nome anche al vino prodotto in quella collina.
Vino lasciato fermentare per 6/7 mesi in vasche di cemento con i propri lieviti (indigeni) e nella primavera successiva alla vendemmia integrato con del mosto di Albina garganega passita che ne riattiva la fermentazione. Viene imbottigliato e successivamente sboccato e rabboccato con lo stesso vino.
Poco immediato al primo assaggio di questo vino si percepiscono fin da subito il carattere dato dai profumi di frutta secca e di fiori bianchi ricchi di polline.
Ottimo, da abbinare con i piatti del nostro territorio come il baccalà alla vicentina giusto il contrasto grassezza del piatto e acidità del vino, ma anche con il formaggio del presidio SLOW FOOD MONTE VERONESE DI MALGA, di lunga stagionatura.